Dati sulla pandemia


Cosa ci dicono i dati raccolti

Vogliamo mettere in evidenza innanzitutto che questa "pademia" fino ad ora ha portato ad un numero di decessi per allo 0,003 % della popolazione mondiale.
Tanto per farci un'idea, ogni anno in Italia vengono infettati dall'influenza stagionale circa 8 milioni di persone. Al momento in Italia siamo a 215 mila colpiti dal coronavirus (sommando decessi, attualmente infetti e guariti).
Riportiamo di seguito i dati ufficiali dell’ISTAT, dell’ISS e degli apparati ad essi connessi. La premessa che facciamo prima di prenderli in considerazione è: se tra di loro i dati sono dissonanti o se tra essi e le misure politiche prese dal governo i conti non tornano, bisogna pur ammettere alcune ipotesi (non per forza vicendevolmente escludentesi) 1. quei dati erano falsi fin da prima, 2. i dati attuali sono falsi, 3. le misure si basano su dati falsi, 4. le misure ignorano i dati. Qualunque sia l’ipotesi giusta certo è che abbiamo a che fare con degli imbroglioni. E possiamo dire che almeno su questa ipotesi molti di noi concorderanno!
Vediamo cosa ci dice l’Istituto Superiore di Sanità, attraverso il suo portale Epicentro, (il portale dell'epidemiologia per la sanità pubblica a cura dell'Istituto superiore di sanità) a proposito della mortalità per influenza in Italia.

Mortalità per influenza
Influenza - News
Il bollettino settimanale FluNews-Italia – rapporto della sorveglianza integrata dell’influenza – riporta i dati di diversi sistemi di sorveglianza che delineano l’impatto della stagione influenzale sulla popolazione italiana.
In particolare, per quanto riguarda la mortalità, sono due sorveglianze le fonti a cui si fa riferimento. La prima è il sistema di sorveglianza della mortalità giornaliera (Sismg) che si basa su 19 città campione italiane che raccolgono quotidianamente il numero di decessi negli ultra 65enni per tutte le cause (non solo per influenza). Questo numero viene confrontato con quello atteso costituito dalla media dei decessi registrati nei cinque anni precedenti.
Ogni anno l’influenza determina un eccesso di mortalità. Se, infatti, osserviamo l’andamento della mortalità totale (cioè per tutte le cause) in un periodo di tempo, notiamo un andamento sinusoidale con dei picchi in corrispondenza dei mesi invernali e degli avvallamenti nei periodi estivi e i picchi si osservano soprattutto tra le persone anziane. Dunque, il razionale della sorveglianza della mortalità giornaliera (Sismg) è quello di evidenziare aumenti del numero di decessi osservati che supera il numero atteso in presenza di una stagione influenzale particolarmente aggressiva.
Il sistema di sorveglianza prende in considerazione il numero di decessi per tutte le cause perché i dati dei decessi per influenza non sono disponibili in tempo reale. Infatti l’Istat ogni anno codifica tutti i certificati di morte, compresa l’influenza, e ne attribuisce la causa principale, un processo che richiede per rendere disponibili i dati di mortalità per specifica causa mediamente un periodo di due anni.
Il secondo sistema di sorveglianza è quello delle forme gravi e complicate di influenza confermata in laboratorio nei pazienti ricoverati in terapia intensiva. Questo sistema monitora il numero di decessi attribuibili all’influenza che si osservano nella popolazione di pazienti che ha un quadro clinico molto grave.
Per le ragioni sopra descritte, nessuno dei due sistemi di monitoraggio fornisce il numero totale di decessi che l’influenza stagionale provoca ogni anno in Italia. Per quest’ultimo dato è inoltre necessario sottolineare un ulteriore elemento da tenere presente. Se analizziamo i dati di mortalità specifici per influenza che l’Istat fornisce ogni anno in Italia, i decessi per influenza sono qualche centinaio. Il motivo principale è che spesso il virus influenzale aggrava le condizioni già compromesse di pazienti affetti da altre patologie (per esempio respiratorie o cardiovascolari) fino a provocarne il decesso. In questi casi spesso il virus influenzale non viene identificato o perché non ricercato o perché il decesso viene attribuito a polmoniti generiche.
Per questo motivo diversi studi pubblicati utilizzano differenti metodi statistici per la stima della mortalità per influenza e per le sue complicanze. È grazie a queste metodologie che si arriva ad attribuire mediamente 8000 decessi per influenza e le sue complicanze ogni anno in Italia.

Risorse utili
·         l’articolo “Investigating the impact of influenza on excess mortality in all ages in Italy during recent seasons (2013/14-2016/17 seasons)” pubblicato su Int J Infect Dis a novembre 2019
·         l’articolo “Trends for influenza-related deaths during pandemic and epidemic seasons, Italy, 1969-2001” pubblicato a Emerg Infect Dis a maggio 2007

Se andiamo al US National Library of Medicine National Institutes of Health, a cui possiamo accedere linkandoci al primo articolo riportato in “Risorse utili” poco sopra, ricaviamo questo:

Studio dell'impatto dell'influenza sull'eccesso di mortalità in tutte le età in Italia nelle ultime stagioni (2013 / 14-2016 / 17 stagioni).
Astratto
OBIETTIVI:
Negli ultimi anni, l'Italia ha registrato picchi di mortalità, in particolare tra gli anziani durante la stagione invernale. Le epidemie influenzali sono state indicate come una delle potenziali determinanti di tale eccesso. L'obiettivo del nostro studio era di stimare il contributo attribuibile all'influenza alla mortalità in eccesso durante le stagioni influenzali dal 2013/14 al 2016/17 in Italia.
METODI:
Abbiamo utilizzato i metodi EuroMomo e FluMomo per stimare la tendenza annuale del tasso di mortalità in eccesso attribuibile all'influenza per fascia di età. I dati sulla popolazione sono stati forniti dal National Institute of Statistics, i dati sulle malattie simil-influenzali e i casi confermati di influenza sono stati forniti dal National Institutes of Health. Come indicatore dell'attività settimanale dell'influenza (IA) abbiamo adottato l'indice Goldstein, che è il prodotto della percentuale di pazienti osservati con malattia simil-influenzale (ILI) e della percentuale di campioni positivi all'influenza, in una determinata settimana.
RISULTATI:
Abbiamo stimato decessi in eccesso di 7.027, 20.259, 15.801 e 24.981 attribuibili alle epidemie di influenza nel 2013/14, 2014/15, 2015/16 e 2016/17, rispettivamente, utilizzando l'indice Goldstein. Il tasso medio annuo di eccesso di mortalità per 100.000 variava da 11,6 a 41,2 con la maggior parte dei decessi associati all'influenza all'anno registrati tra gli anziani. Tuttavia, anche i bambini di età inferiore ai 5 anni hanno riportato un tasso di mortalità in eccesso attribuibile all'influenza rilevante nelle stagioni 2014/15 e 2016/17 (rispettivamente 1,05 / 100.000 e 1,54 / 100.000).
CONCLUSIONI:
Oltre 68.000 decessi sono stati imputabili a epidemie di influenza nel periodo di studio. L'eccesso di morti osservato non è del tutto inatteso, dato l'elevato numero di fragili soggetti molto vecchi che vivono in Italia. In conclusione, l'imprevedibilità del virus dell'influenza continua a rappresentare una grande sfida per gli operatori sanitari e i responsabili politici. Tuttavia, la vaccinazione rimane il mezzo più efficace per ridurre il carico dell'influenza e gli sforzi per aumentare la copertura vaccinale e l'introduzione di nuove strategie vaccinali (come la vaccinazione di bambini sani) dovrebbero essere considerati per ridurre l'eccesso di mortalità attribuibile all'influenza sperimentata in Italia e in Europa nelle ultime stagioni.
Copyright © 2019 Gli autori. Pubblicato da Elsevier Ltd .. Tutti i diritti riservati.

Nel primo studio riportato da Epicentro abbiamo la media di 8.000 decessi all’anno. Nel secondo studio, quello riferito a quattro annate distinte, la media è di 17.000 (68.000/4).
Ad oggi i morti con il Covid-19, cioè i decessi che sono avvenuti sia per Covid19 che per altre cause ma in concomitanza con il Covid19, sono quasi 30.000, ovvero 5.000 in più di quelli dell’epidemia influenzale 2016/17. Dobbiamo anche tenere conto che i 30.000 considerati come decessi Covid19 sono in realtà sovrastimati, poiché solo ad una parte di essi è stato effettuato il tampone. Ma prendiamo per approssimativamente realistico il dato dei 30.000. Viene quasi automatico chiedersi: perché circa 9.000 morti in più dell’annata 2016/17 (24.981) rispetto all’annata 2015/16 (15.801) non hanno creato nessuno scalpore mentre i quasi 10.000 in più oggi (che forse arriveranno anche a 12.000, ma speriamo di no) hanno provocato una tale reazione? Ci sono morti di serie A e morti di serie B?

Mettiamo in evidenza un’altra incongruenza.
Nella tabella sottostante l’ISTAT ci informa sui decessi complessivi per gli anni 2013, 14, 15, 16 e 17.
Le cifre totali si aggirano tra i 600.000 e i 650.000.
Tipo dato
Numero di decessi
Territorio
Totale
Sesso
totale
Seleziona periodo
2013
2014
2015
2016
2017
Numero di patologie
totale
Causa iniziale di morte - Short List






alcune malattie infettive e parassitarie


12816

13217

15810

12850

14070
tumori


176217

177301

178872

179502

180085
malattie del sangue e degli organi ematopoietici ed alcuni disturbi del sistema immunitario


2858

2844

3146

3103

3272
malattie endocrine, nutrizionali e metaboliche


26649

26125

29258

27647

29519
disturbi psichici e comportamentali


17389

17597

21397

21535

24406
malattie del sistema nervoso e degli organi di senso


24098

24478

28216

27699

30672
malattie del sistema circolatorio


216566

214255

232609

215569

225928
malattie del sistema respiratorio


40539

40318

47071

45300

51918
malattie dell'apparato digerente


22725

22565

23273

22643

23261
malattie della cute e del tessuto sottocutaneo


1080

1093

1270

1214

1413
malattie del sistema osteomuscolare e del tessuto connettivo


3201

3123

3472

3210

3651
malattie dell'apparato genitourinario


11745

12027

13618

10935

12017
sintomi, segni, risultati anomali e cause mal definite


17970

18645

21831

20365

22763
cause esterne di traumatismo e avvelenamento


23494

22888

23928

24352

25411
altre malattie


2351

2194

2277

2159

2228
totale


599698

598670

646048

618083

650614
In questi ultimi giorni i media hanno fornito il calcolo dei decessi complessivi rapportati ai 5 anni precedenti. I decessi totali dall’1 gennaio al 31 marzo nei 5 anni precedenti e nel 2020 (fonte: https://www.istat.it/it/archivio/240401)
Anni:               2015                2016                2017                2018                2019                2020
Decessi:           61811              55123              62138              60296              60218              78555






I dati qui riportati confermerebbero un grave aumento della mortalità tra il 2020 e gli anni precedenti.
I dati si riferiscono ad un periodo di 3 mesi (1 gennaio – 31 marzo). Quindi moltiplicando per 4 questi dati dovremmo ottenere approssimativamente il totale dei morti nell’anno. Ad esempio nei primi 3 mesi del 2017 ci sono stati 62.138 decessi, moltiplicato per 4 darebbe circa 248.000 decessi. Ma se confrontiamo questo dato con quello della tabella precedente i conti non tornano affatto: nel 2017 l’Istat ha certificato 650.614 decessi, cioè circa 402.000 decessi in più rispetto a quanto afferma in data 4 maggio 2020. Perché?





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