Risposta al commento di Massimo Amore al documento "Covid19: due schieramenti nel movimento comunista"

31/12/2020

Risposta alle osservazioni di Massimo Amore al nostro documento “Covid19: due schieramenti del movimento comunista”

Riportiamo anche il documento di M.A. rispondendo per punti

M.A.

Sul documento “Covid 19 due schieramenti del movimento comunista”.

Una breve riflessione personale.

Ho letto con interesse il documento di cui ho apprezzato lo sforzo che gli estensori hanno impiegato per realizzarlo, ma devo dire con sincerità che non sono riuscito a condividere il ragionamento e le conclusioni. Riconosco lo spirito di voler sviluppare il confronto tra comunisti è senza meno questo è apprezzabile oltre che necessario, ma il punto da cui si parte non è per me esattamente il più accattivante anche se trattiamo di un fatto innegabilmente importante e contingente.

In questo documento si scrive di due schieramenti comunisti, uno maggioritario (di fatto però ci si riferisce essenzialmente alla Rede dei Comunisti e Pap) e uno minoritario, con punti di vista e atteggiamenti differenti rispetto alla pandemia da Covid 19. Pandemia di cui si dice da un lato se sia veramente grave e mortale come ci raccontano i governi e i loro apparati, oppure, secondo lo schieramento minoritario, essa è qualcosa di poco più di una influenza stagionale con relativa modesta morbilità e mortalità. Dall’altro lato si scrive di un diverso atteggiamento da parte dei due schieramenti rispetto a come gestiscono la pandemia le autorità borghesi, il primo acritico e succube e il secondo critico e indipendente.

La mia idea relativamente alla RdC/PaP, in generale rispetto alla posizione ufficiale da queste espresse con la propria pubblicistica, ma soprattutto dalle pratiche politiche e sociali che queste esercitano, è che non sono affatto paralizzate e egemonizzate dal terrore e dal senso comune propagato dalle istituzioni borghesi nostrane e internazionali. Nella fattispecie della pandemia sia la RdC e sia PaP stanno sviluppando di fatto un proprio punto di vista con tanto di critica alle autorità costituite e una propria azione più che mirata. Chiaramente tutto questo avviene districandosi anche attraverso la montagna di dati che arrivano da una miriade di fonti, molte delle quali sono generalmente riconosciute attendibili. La ricerca della verità e le soluzioni all’emergenza in corso non è di certo lasciata, da questo punto di vista, a chi comanda nel modo. In questo senso la lotta di classe non è assolutamente stata abbandonata o resa compiacente a chi sta gestendo dall’alto la situazione di crisi, vale a dire a chi se ne potrebbe giovare in termini di lucro e dominio. Questo è ampiamente dimostrabile dai soggetti a cui faccio riferimento, dalla loro propensione alla pianificazione, promozione e partecipazione ai numerosi movimenti di protesta che nel corso di questi mesi si stanno avendo in tante città del paese. Solo chi è preso dal pregiudizio non riesce a vedere e sentire che il potere costituito è in ogni caso contrastato dal basso soprattutto per le misure di carattere sanitario, economico e sociale inadeguate che questi attiva. RdC, l’Unione Sindacale di Base e PaP, consapevoli che di fronte abbiamo classi dirigenti tutt’altro che pacifiche, anzi che sono responsabili, per i proprio sporchi interessi, di varie forme di guerre di sterminio contro milioni di esseri umani e popolazioni, sono in prima fila con i lavoratori, i precari, i disoccupati e gli studenti a contestare l’operato del governo, degli organismi internazionali borghesi e delle istituzioni di prossimità. Essi sono in prima linea a lottare contro il modo di gestire l’emergenza pandemica senza che si badi seriamente agli aspetti sanitari, economici e dei servizi utili alle popolazioni, mentre si salvaguarda preminentemente il grande capitale industriale e finanziario. I litigi tra le forze politiche di questi giorni su come spendere (essenzialmente spartirsi) i 209 miliardi di € del Recovery fund, sono un significativo esempio di visione politica delle classi dirigenti lontane dai problemi reali delle classi subalterne. Dico pertanto che tutto questo, la consapevolezza della situazione e l’agire inequivocabile del cosiddetto primo schieramento, di cui si deve tenere ben conto, vuol essere totalmente l’opposto dell’assecondare l’opera del governo Conte o in generale delle classi dominanti.

 

Nel documento non ci si riferisce “essenzialmente” alla Rete dei Comunisti e a Potere al Popolo, ma anche a tante altre organizzazioni quali Partito dei CARC/(n)PCI, Piattaforma Comunista, Fronte Popolare, Proletari Comunisti, ecc. L’obiettivo che gli estensori del documento si sono posti non è quello di fare un elenco degli aspetti positivi proprio di ogni organizzazione e poi di mettere in luce i limiti. L’obiettivo che ci siamo posti era di sollevare un problema, a nostro avviso importante, allo scopo di dibatterne. Per fare questo, abbiamo cercato di andare dritti al sodo, al nocciolo del problema, cosa non sempre facile.

Non abbiamo scritto in nessun punto del documento che RdC o PaP o qualsiasi altra organizzazione sono “paralizzate ed egemonizzate dal terrore e dal senso comune propagato dalle istituzioni borghesi nostrane e internazionali” o che “la lotta di classe non è assolutamente stata abbandonata o resa compiacente a chi sta gestendo dall’alto la situazione di crisi”. Quindi l’osservazione è fuori luogo. Ma come detto sopra, non ci siamo volutamente dilungati nell’elenco dei meriti di ogni organizzazione, pur riconoscendo che esistano.

Però abbiamo cercato di mettere il luce il fatto che la maggior parte delle organizzazioni comuniste (il primo schieramento) non ha assunto una posizione critica verso la narrazione fatta dalla borghesia con i suoi media e soprattutto ha attaccato tutti coloro che sono usciti da quel coro. Questo è più grave! Perché affermare che non ci si appiattisce sul maistream borghese e poi attaccare offensivamente chi si oppone a questo stesso mainstream è quanto meno atteggiamento miope.

M.A.

Sulla questione dei dati e l’atteggiamento scientifico. Il movimento comunista -mc- (parliamo qui in Italia) non possiede un proprio sistema (istituti) di raccolta e verifica dati e né può inventarselo di sana pianta. Infatti, il mc connesso al movimento della classe, senza esercitare il potere e governare un sistema economico e sociale alternativo, a cui certamente ambisce e mira a conquistare in futuro, non può che rifarsi con senso critico, allo stato attuale, ai centri scientifici della ricerca in mano ai vari gruppi borghesi. Non perché questi centri siano in mano alle classi dominanti si può pensare che non usano criteri scientifici. Anzi, se fosse così non ci sarebbe stato alcun progresso in niente. Gli avanzamenti scientifici ci sono stati e come! E a loro volta le classi oppresse e le avanguardie coscienti possono condividere e usare a proprio fine gli avanzamenti della scienza in ogni campo. Lo sviluppo delle forze produttive in senso lato avviene nell’ambito del sistema borghese e non per questo tali forze non siano oggetto utile alla base della futura società socialista, che le potrà sviluppare ulteriormente, una volta liberate dai vecchi rapporti sociali, per creare le condizioni che metteranno fine alle disuguaglianze sociali, in definitiva per il passaggio dal regno del bisogno a quello della liberà.

La scienza in generale, partendo dall’avvento del capitalismo, non è stata mai ignorata dal mc, anzi è stata costantemente usata per spiegare come va il mondo. Marx ed Engels non hanno scoperto loro il metodo scientifico della logica dialettica. Essi hanno però appreso questo metodo di analisi scientifica da Hegel che era un pensatore borghese. Una volta liberato il metodo dialettico dall’involucro idealista, i padri del comunismo lo hanno messo al servizio del proletariato per la loro via all’emancipazione.

 

Se nel documento avessimo scritto che la scienza borghese è tutta da buttare, allora questa critica avrebbe senso. Ma siccome abbiamo proprio affermato che la scienza (anche quella borghese) procede per errori e aggiustamenti di tiro, che senso ha rispondere come se la negassimo in toto? Non è come rispondere ad una critica con un’altra critica, in modo da sviare il problema? Noi affermiamo che sempre la scienza è avanzata proprio mettendo in discussione quanto fino al momento acquisito quando emergono degli elementi (anche solo in embrione) che portano a dubitare di quanto noto fino al momento. Questo è metodo scientifico!

Siccome, sebbene poco attrezzati, alcuni dati li possiamo analizzare, è proprio questo il compito che ci dobbiamo assumere: nel dubbio, invece di dare per scontato che la borghesia e i suoi apparati la raccontano giusta, dobbiamo indagare in modo il più possibile autonomo. Di esempi ne abbiamo portati nel documento, ma se non bastano spiegateci perché che proveremo a portarne altri. Quando i governi borghesi affermavano che l’amianto non era dannoso, alcuni medici coraggiosi affiancati anche da operai e compagni che svolgevano il loro ruolo critico, misero in dubbio quelle affermazioni rassicuranti. Ci sono voluti settant’anni, ma alla fine la scienza dalla parte del popolo ha avuto la meglio su quella di regime. Peccato che nel frattempo i morti siano stati migliaia e ancora oggi la conta non è finita.

MA

Tutto questo per dire che la pandemia da coronavirus SARS 2 classificata dai centri di ricerca internazionali, compresi quelli dei paesi non allineati con i paesi imperialisti USA e UE, come la Cina, la Russia, il Venezuela, Cuba, Vietnam, Corea del Nord, è una pandemia reale e che effettivamente il Covid 19 ha un grado di pericolosità nettamente superiore ai noti coronavirus dell’influenza stagionale di cui l’umanità è annualmente interessata. Non mi sembra corretto fare per l’Italia, in questo frangente quarto Paese al mondo con il maggior numero di morti, un confronto tra la mortalità per influenza stagionale degli anni scorsi, con la mortalità di quest’anno che è quattro volte in più, tenendo conto che sarebbero stati probabilmente come minimo otto volte in più se non ci fossero state le misure anti contagio che comunque sono state adottate. Allo stato attuale siano prossimi ai 70 mila decessi per Covid e questo nonostante l’uso delle mascherine, il distanziamento sociale, la disinfezione delle mani, ecc. La borghesia e i loro sistemi di governo, a seconda delle situazioni concrete, non hanno negato o travisato il dato scientifico della pandemia ma, tanto per capirci, hanno provato a manipolare la gestione dell’emergenza sanitaria che si è venuta a creare soprattutto in Italia, dato lo stato di continua decadenza della sanità pubblica, avendo dato come si sa, spazio smisuratamente alla sanità privata che sappiamo persegue solo il profitto.

Le autorità governative hanno cercato di salvaguardare, pur nel permanere delle contraddizioni di classe, e in quanto comitati da affari dei gruppi economici finanziari che contano, gli interessi delle classi dominanti in generale. Questo atteggiamento nelle sue varie sfumature è un dato internazionale relativamente ai paesi imperialisti e capitalisti. A differenza di questi Stati che hanno messo al primo posto il PIL anziché la vita delle persone, quei Paesi che hanno bene o male un regime avari gradi socialista, o che hanno se pure alla lontana una memoria socialista come la Russia, etc. avendo al centro di più il valore delle vita umana, hanno gestito con maggiore solerzia e rigore la salute pubblica. Non si può negare che in questi paesi i blocchi sanitari sono stati più drastici anche rispetto al sistema produttivo, subordinando cioè le strutture economiche produttive meno essenziali, all’interesse delle popolazioni che sono state sottoposte a misure sanitarie di prevenzione e screening di gran lunga più vasti ed efficaci. La Cina come altri pesi simili hanno fatto screening di massa e tracciamenti su milioni di individui al giorno, mentre qui da noi i tamponi e i tracciamenti sono stati veramente minimali. Tali misure adottate in Cina sono state tanto utili al punto, come è noto, di avere avuto meno morti e abbattere la curva dei contagi Covid in modo che si è poi potuto riavviare tutte le normali attività economiche e sociali.

 

Nel documento abbiamo analizzato nel dettaglio questi dati e abbiamo cercato di darne un’interpretazione diversa pur senza negarli completamente. Cosa ne pensa M.A.? Sarebbe bene che entrasse più nel dettaglio del problema. Se i compagni che riconoscono utile un dibattito sulla questione covid si impegnassero a mettere a disposizione i dati in loro possesso (che sicuramente sono maggiori di quelli raccolti solo da noi), faremmo dei passi avanti significativi.

In ogni caso l’affermazione che a MA non sembra corretto confrontare i dati italiani con quelli delle precedenti epidemie in Italia (perché poi un criterio dovrebbe valere in Italia e altrove no?) è fuori di logica. Nel metodo scientifico con cosa si confrontano i dati? Come faccio a dire che i morti di cancro in Italia o negli USA (ad esempio) quest’anno sono tanti? Li dovrò per forza confrontare con altri dati? Se quest’anno in Italia sono deceduti 150.000 persone per cancro posso dire che sono pochi rispetto a quelli dell’anno scorso (o alla media dei cinque anni precedenti) periodo in cui ne sono morti circa 180.000. Su questi numeri, ripetiamo, noi facciamo un ragionamento che ha una sua logica. Cosa ne pensa MA? Lo invitiamo ad entrare nel merito.

In proposito aggiungiamo alcune altre considerazioni che la risposta di MA ci suggerisce e che non avevamo preso in considerazione prima (a dimostrazione che il dibattito è utile). Dai dati ufficiali ma anche dalle dichiarazioni di compagni italiani che lavorano a Cuba, ad esempio, emerge che i decessi per covid in alcuni paesi sono molto pochi rispetto a quelli di molti altri paesi in rapporto alla popolazione. I dati sono aggiornati al 29 dicembre 2020

(fonti: https://www.rainews.it/ran24/speciali/2020/covid19/world.php;

https://www.populationpyramid.net/) .

 

Paese

Popolazione

Decessi Covid19

% decessi su popolazione

China

1.415.817.409

4.771

0,00034

India

1.356.135.571

147.901

0,01091

USA

327.089.300

333.118

0,10184

Indonesia

267.187.692

21.237

0,00795

Brazil

211.088.843

191.139

0,09055

Pakistan

201.348.385

9.929

0,00493

Nigeria

196.580.132

1.254

0,00064

Bangladesh

166.606.009

7.452

0,00447

Russia

143.961.222

54.080

0,03757

Mexico

130.982.822

122.426

0,09347

Japan

127.143.740

3.100

0,00244

Ethiopia

107.898.735

1.909

0,00177

Philippines

106.735.924

9.109

0,00853

Egypt

99.632.195

7.405

0,00743

Vietnam

96.624.214

35

0,00004

DR Congo

84.382.909

107

0,00013

Germania

82.318.444

30.297

0,03680

Iran

82.130.640

54.693

0,06659

Turkey

82.081.376

19.878

0,02422

Thailand

69.203.478

60

0,00009

Italia

60.461.827

72.370

0,11970

Australia

25.499.881

909

0,00356

Cuba

11.326.615

142

0,00125

 

Considerare i dati dei decessi in astratto non ha senso. Bisogna ovviamente considerarli in base alla popolazione e in base allo stesso tipo di fenomeno verificatosi nel passato. I dati delle epidemie influenzali degli anni passati non sono facilmente reperibili. Noi lo abbiamo fatto per l’Italia, ma possiamo collaborare per migliorare l’inchiesta.

Dalla tabella riportata si evince non solo che la maggior parte dei paesi che “hanno bene o male un regime avari gradi socialista, o che hanno se pure alla lontana una memoria socialista” hanno una mortalità bassa rispetto alla popolazione, ma anche che molti altri paesi che nno vengono da quell’esperienza hanno un tasso di mortalità da Covid19 bassissimo (Indonesia, Pakistan, Nigeria, Bangladesh, Giappone, Congo, ecc.).

Da questi elementi dovremmo quantomeno dedurre che ci sono alcune varianti da considerare:

1.      in alcune zone la mortalità è significativamente più bassa che in altre: fino a 10.000 volte più bassa;

2.      alcuni paesi adottano forse una contabilizzazione dei decessi differente, forse alcuni distinguono le morti dirette per Covid19 da quelle con Covid19;

3.      alcuni paesi hanno affrontato l’epidemia in modo del tutto differente, non solo per il ridotto numero di decessi ma anche per il ridotto numero di infetti;

4.      alcuni paesi forse non comunicano in modo diffuso tutti i dati in loro possesso.

Comunque sia, è evidente che questi elementi di inchiesta dovrebbero servire anche ai nostri scienziati ed operatori del settore a capire come affrontare l’epidemia, a provare vie differenti, considerando che il nostro paese è tra i peggiori al mondo nella conta dei decessi e dei contagiati. Purtroppo però, per quanto nel sappiamo, questi studi non vengono sviluppati. Se invece vengono sviluppati, perché non se ne parla? Anche questa è una domanda interessante. Cosa possiamo fare noi comunisti in proposito? Certamente non limitarci ad accettare per buoni i dati che ci fornisce il regime. Abbiamo relazioni internazionali tali da permetterci un inchiesta più accurata? In una certa misura sicuramente sì: usiamole!

 

M.A.

Sulla questione dei vaccini. Sono del parere che in generale le vaccinazioni nella storia dell’umanità siano state elementi di sviluppo, armi efficaci e risolutive nella lotta alle malattie infettive. Fu un aspetto molto evidente dello sviluppo delle forze produttive che contribuì a mettere in crisi il sistema economico e sociali oltre che culturale proprie del mondo feudale. Dalla fine del ‘700 si è iniziato ad utilizzare questa nuova tecnica contro il virus del Vaiolo e dal 1840 in Inghilterra essa divenne obbligatoria. Grazie a quest’obbligo che poi si estese in Europa e nel resto del mondo, che il Vaiolo come malattia infettiva è stata sconfitta. Questo metodo adottato dal sistema sanitario è stato via via adottato contro tante altre malattie infettive gravi e mortali oltre che gravemente invalidanti. Grazie anche ai vaccini quindi che il mondo ha potuto progredire migliorandosi.

Riporto qui un articolo di Contropiano a firma del fisico nucleare Massimo Zucchetti, che trovo utile, a proposito dei vaccini anti Covid messi a punto nei mesi scorsi in USA, UE ma anche dalla Russia, Cina, ecc.

https://contropiano.org/news/scienza-news/2020/12/09/fa-come-te-pare-ma-prima-informete-0134466?fbclid=IwAR0zsT8NsobcQBdWTTzOhbH5VWxIHAuSeeV6ONCucQuaeIXfXUv3veWFbOw

 

Stesso discorso in merito ai vaccini. Noi facciamo delle valutazioni specifiche, che tengono conto di tutti gli sviluppi della ricerca scientifica(non solo di quelli propagandati dalla borghesia). Entriamo nel merito anche dei metodi adottati nell’utilizzo dei vaccini. Ad esempio: cosa pensa M.A. di quanto affermiamo a pag.6 o a pag.11? Come risponde M.A. alla domanda “Vi siete mai chiesti quale fondamento scientifico ha il fatto di vaccinare a pochi mesi un bambino iniettandogli 6 o 10 vaccini contemporaneamente e per ben 3 volte solo nel primo anno di vita?” che poniamo a pag.11?

Quanto all’articolo citato di Contropiano, facciamo notare solo un particolare (magari poi ci addentreremo più nel merito in altri interventi). A proposito di peer review invitiamo a leggere quanto scrive proprio l’ISS nel suo portale epicentro https://www.epicentro.iss.it/ben/peer-review dove si può evincere abbastanza chiaramente che il processo di peer review non è affatto, come afferma M.Zucchetti, una forza caudina attraverso cui passano tutti i lavori di ricerca fatti da scienziati o presunti tali per essere poi scremati tra giusti e sbagliati (cosa che non avrebbe senso). Il processo di peer review è invece un metodo di selezione dei lavori che gli scienziati (o supposti tali) propongono per la pubblicazione su riviste scientifiche: tali lavori vengono scelti non in base alla loro correttezza o giustezza scientifica ma solo in base al fatto che la commissione li ritenga “degni di nota”, cioè interessanti per il dibattito scientifico e correttamente esposti (cioè devono contenere tutti gli elementi propri di una ricerca scientifica (con dati e metodi di ricerca). Ovviamente la giustezza o meno di una ricerca (cioè delle conclusioni alle quali arriva il ricercatore o il gruppo estensore dell’articolo) non può che avvenire post pubblicazione, ovvero quando anche altri scienziati oltre agli estensori degli articoli in merito ai propri lavori di ricerca, li hanno conosciuti, valutati, ecc. ecc., e quando non sussistono altre teorie che confutano quella in questione. Ma anche in questo caso, come abbiamo mostrato chiaramente nel nostro documento a proposito di Newton e successori, una teoria scientifica non ha mai valenza assoluta: dubitarne è lecito tanto quanto utilizzarla nella pratica se si dimostra utile.

Per non parlare poi dei criteri con cui vengono costituite le commissioni che si occupano di peer review: e qui si torna al discorso sulla supposta neutralità degli apparati scientifici.

Ci siamo addentrati in questo particolare perché altri compagni hanno in questi mesi avanzato l’assurda idea che la pubblicazione di una “scoperta” scientifica su una rivista scientifica ne dimostri la validità.

M.A.

Concludo qui anche se naturalmente non ritengo esaurito l’argomento. Come già detto in altre occasioni, delle classi dominanti che gestiscono il potere, giustamente, non c’è assolutamente da fidarsi. La formazione economica e sociale capitalista è da annoverarsi ancora nell’epoca delle barbarie. Che le classi proprietarie sono responsabili delle condizioni di povertà e miseria di miliardi di esseri umani, che è proprio il modo di produzione capitalista con le sua contraddizione strutturale a generare guerre, fame, siccità, inquinamento e tutto questo contribuisce alla diffusione di mattie, anche curabili, che sono causa di milioni di morti al giorno tra individui di ogni età. Il punto nodale è sempre là, quando lo sviluppo delle forze produttive entrano in contrasto con i rapporti sociali di produzione è giunto il tempo di pensare al cambiamento rivoluzionario. Questa pandemia non deve fare altro che confermarci questa necessità storica, realizzabile nella misura in cui i comunisti dedicano i loro sforzi alla messa a punto indispensabile degli strumenti teorici e pratici.

 

Su queste conclusioni concordiamo pienamente. Naturalmente sottolineiamo pure che nella costruzione di una società non più basata sul profitto, bisogna tener conto della tendenza che inevitabilmente si presenta sempre a tenere per buono troppo della società borghese e a non osare andare abbastanza oltre i suoi limiti.

 

I compagni estensori del documento Covid19: due schieramenti nel movimento comunista

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